Contatto Editoriale:
Paolo Lista,
Lista Studio srl®
Borgo Belvigo 33, 36016 Thiene Vi ITALY
tel/fax 0445,372479 o info@lista.it
EFFETTI DEL TIRO CATENA
SULL'ASSETTO DEL MOTOCICLO.
di Enrico Pianezzola
Introduzione.
In questa pagina viene presentato uno studio degli effetti
prodotti dal tiro catena sull'assetto del motociclo,in tre condizioni
di marcia:
-moto a velocità costante con improvviso annullamento del tiro
catena (decelerazione senza utilizzo dei freni)
-moto accelerato con impennamento del veicolo
-moto del motociclo con perdita e riacquisto improvviso di aderenza
della ruota posteriore, durante la fase di spinta.
Vengono confrontati tre sistemi innovativi (brevettati) di
trasmissione del moto dal motore alla ruota posteriore con il sistema
tradizionale (pignone-corona).
Ritorna all'indice
Richiamo sulle principali
forze agenti sul sistema ruota posteriore-forcellone
oscillante.
Come si può vedere in figura, le forze principali agenti
sul sistema ruota-forcellone, in condizioni stazionarie
(velocità costante), sono:
- la spinta S;
- il trasferimento di carico Ntrasf;
- il tiro della catena T;
- il momento elastico della molla della sospensione Me.
La risultante delle forze di spinta e del trasferimento di carico
é inclinata rispetto all'orizzontale di un angolo t detto angolo del trasferimento di
carico . Si definisce invece angolo del tiro catena
l'angolo tra la retta passante per il punto di contatto della ruota
posteriore e il punto A ( intersezione della direzione del forcellone
con la direzione della catena) e il piano stradale orizzontale.
Il rapporto tra la tangenti di questi due angoli prende il nome di
rapporto del tiro catena e si indica con la lettera R.
Ritorna all'indice
L'assetto al variare del
rapporto del tiro catena.
L'assetto del motociclo, in condizioni di moto stazionario, viene
influenzato dal valore del rapporto del tiro catena.
Consideriamo il motociclo che viaggia a velocità costante; si
possono presentano tre casi:
1.Se R=1 l'assetto rimane pressoché invariato, non
essendoci momenti agenti sul forcellone.
2.Se R>1 la sospensione posteriore tende a comprimersi,
con conseguente abbassamento del retrotreno del
veicolo;
3.Se R<1 la sospensione posteriore tende ad estendersi,
con conseguente sollevamento del retrotreno del
veicolo.
Ritorna all'indice
Descrizione delle soluzioni
meccaniche alternative al sistema tradizionale
Sono stati proposti tre sistemi, alternativi al sistema
tradizionale, di trasmissione del moto dal pignone alla corona. Due
sistemi sono stati proposti da C. Riba Romeva, F. Ferrando Piera,
J.L. Belil Creixell e sono descritti nell'articolo "Effects of
sudden slippage of the driving wheel over a swinging arm in high
powered motorcycles. Mechanical solutions to avoid these
effects".
Il terzo sistema è noto con il nome Sistema A.T.K.
(Anti-Tension Kettensystem).
La definizione di questi sistemi è originata dalle seguenti
considerazioni (valide solo in condizioni di moto stazionario).
Allo scopo di diminuire le variazioni di assetto generate dal tiro
catena il sistema dovrebbe soddisfare le seguenti condizioni:
-catena parallela al forcellone allo scopo di evitare
l'insorgere di un momento, tendente ad estendere la sospensione
posteriore, durante lo slittamento della ruota posteriore;
-forcellone parallelo alla direzione dell'angolo del trasferimento
di carico allo scopo di evitare l'insorgere di un momento che tende a
comprimere il forcellone durante la ripresa dell'aderenza.
La soluzione teorica ottimale è visibile in figura.
Sistema Bilever :
è un parallelogramma articolato formato dal forcellone e da
un braccio di ritorno parallelo, che guida il supporto della
trasmissione secondaria secondo un movimento circolare. Questo
permette di avere la trasmissione primaria tra telaio e supporto con
la catena sempre parallela al forcellone, per ogni posizione della
sospensione. Il perno del forcellone inoltre è montato in modo
da rendere il forcellone stesso parallelo alla direzione del
trasferimento di carico. E' un sistema che soddisfa esattamente le
condizioni necessarie per evitare reazioni anomale nella prova di
slittamento improvviso, ma è complesso da costruire e implica
masse non sospese più grandi.
Sistema Tracklever :
c'è una nuova corona coassiale con il perno del forcellone,
della stessa dimensione della corona originaria. La catena è
guidata, nel tratto inferiore, da un pignone libero che costringe la
catena a rimanere sempre parallela al forcellone.
Il perno del forcellone è sempre montato in modo da rendere
il forcellone parallelo alla direzione del trasferimento di carico.
E' un sistema più semplice da costruire rispetto al
precedente, ma presenta il leggero svantaggio che soddisfa le
condizioni necessarie per evitare fenomeni sgraditi solo
approssimativamente per quanto riguarda il tratto inferiore della
catena.
Sistema A.T.K. (Anti-Tension Kettensystem):
quest'ultimo schema consta di un forcellone di diverso disegno, al
quale sono applicati due pignoni secondari che hanno lo scopo di
mantenere la catena parallela al forcellone stesso. I pignoni
secondari sono posizionati in modo tale che la retta d'azione della
forza reattiva che il pignone secondario stesso esercita sul
forcellone passi per il perno del forcellone, in modo da non
esercitare alcun momento aggiuntivo.
Il perno della ruota posteriore, il perno del forcellone e il
perno del pignone principale giacciono sulla stessa retta, inclinata
dell' angolo di trasferimento di carico.
Ritorna all'indice
Modellizzazione del motociclo
e simulazioni al calcolatore.
Il motociclo è stato modellizzato a due dimensioni
utilizzando il software di simulazione dinamica "Working Model 2D "
versione 4.0 di Knowledge
Revolution, un software di tipo "multi-body" che ha permesso di
realizzare il modello di moto nel modo seguente:
-telaio, di massa equivalente a moto+pilota;
-ruote anteriore e posteriore con relative masse;
-forcellone posteriore, con relativa massa;
-inerzia di tutte le masse rotanti situate tra motore e ruota
posteriore ridotta alla ruota posteriore;
-pignone, vincolato rigidamente al telaio;
-mozzo della ruota anteriore, la cui massa comprende quella della
forcella e di una parte dell'impianto frenante;
-sospensioni: la sospensione anteriore è stata realizzata
tramite una molla e uno smorzatore situati tra mozzo e telaio, la
sospensione posteriore con un gruppo molla-smorzatore rotazionale
collocato sul perno del forcellone;
-motore: il motore è stato supposto a coppia costante, dato
che serve soltanto a far mantenere alla moto la velocità di
crociera;
-trasmissione: la potenza erogata dal motore arriva alla ruota
motrice per mezzo di un attuatore che trasmette la forza tiro della
catena dal pignone, vincolato al telaio, alla corona. La catena viene
supposta infinitamente rigida;
-forze in gioco: spinta e reazioni normali vengono realizzate tramite
le formule del Pacejka, che tengono conto dell'elasticità del
pneumatico e del tipo di fondo stradale. La resistenza aerodinamica
è supposta applicata nel baricentro del veicolo ed è
calcolata in funzione del coefficiente di drag e della sezione
frontale dello stesso.
Sono stati realizzati sei modelli:
- -modello con trasmissione tradizionale e R=1;
- -modello con trasmissione tradizionale e R=0.7;
- -modello con trasmissione tradizionale e R=1.3;
- -modello con sistema Bilever;
- -modello con sistema Tracklever;
- -modello con sistema ATK.
Ritorna all'indice
Improvvisa chiusura del gas e
conseguente decelerazione.
Il grafico seguente, relativo alla prova di chiusura improvvisa
dell'acceleratore, mostra l'andamento della distanza relativa
forcellone-telaio per i vari modelli.
Si può osservare che le sospensioni dotate dei sistemi
tradizionali di trasmissione con R=0.7 e R=1.3 vengono
rispettivamente mantenute estesa e compressa dalla forza tiro della
catena a regime, mentre il sistema tradizionale con R=1 riesce a
mantenere pressoché neutro l'assetto del veicolo, confermando
quanto detto precedentemente in via teorica.
I modelli dotati dei sistemi Bilever e Tracklever mantengono la
sospensione posteriore molto compressa a regime, rivelandosi
equivalenti a un sistema con R>>1, mentre quello che più
si avvicina al comportamento di un sistema con R=1 è il
sistema ATK.
Ritorna all'indice
Improvvisa accelerazione con
impennamento del motociclo.
La tendenza dei sistemi Tracklever e Bilever a comprimere molto la
sospensione posteriore all'aumentare della forza tiro della catena
può venire sfruttata favorevolmente per ottenere una moto con
una bassa tendenza all'impennamento, come si può vedere dal
grafico seguente. Il grafico mostra lo spostamento verticale assoluto
del manubrio dei vari modelli in una situazione di impennamento.
Nella seguente animazione si può vedere ancora meglio la
più tempestiva ripresa di contatto pneumatico
anteriore-terreno di una moto equipaggiata con un sistema Tracklever
rispetto ad un sistema tradizionale.
A parità di spinta la moto bianca
(Tracklever) impenna prima e si solleva meno della moto viola
(tradizionale) . Alla fine della simulazione la ruota anteriore della
moto bianca risulta in contatto con il terreno mentre la moto viola
risulta ancora impennata.
Ritorna all'indice
Perdita improvvisa di aderenza
durante la fase di spinta e improvvisa ripresa
dell'aderenza.
Consideriamo un motociclo che percorre una strada a
velocità costante; alla ruota posteriore è applicata
una forza di spinta uguale e contraria alla risultante delle forze
resistenti. Supponiamo che improvvisamente passi su un tratto di
strada a basso coefficiente di aderenza. La figura seguente mostra
l'accelerazione verticale relativa tra il forcellone e il telaio che
si genera a seguito del passaggio su un tratto di strada con
improvvisa diminuzione del coefficiente di aderenza.
Si possono distinguere cinque momenti caratteristici:
|
1.
situazione di regime; il motociclo viaggia a
velocità costante. La forza elastica e la risultante
delle forze di contatto tendono a ruotare nel verso
antiorario il forcellone (estensione rispetto al telaio)
mentre la forza tiro tende a ruotare nel verso orario il
forcellone (compressione del forcellone rispetto al telaio).
I momenti generati sono in equilibrio.
|
|
2.
improvviso slittamento della ruota motrice: La
perdita di aderenza annulla la forza di spinta. Le forze
rimanenti generano un momento che comprime improvvisamente
la ruota posteriore.
Il sistema ruota-forcellone non é più in
equilibrio.
La sospensione subisce una azione impulsiva di
compressione. Anche la parte posteriore del telaio subisce
un impulso verso il basso.
|
|
3.
La ruota accelera e il trasferimento di carico si
annulla. La sospensione tende ad estendersi . Anche il
telaio tende ad alzarsi posteriormente, mentre l'avantreno
si abbassa.
La ruota accelera improvvisamente e la forza reattiva che
la ruota esercita sul forcellone, attraverso il perno-ruota,
origina un momento che ha come effetto l'estensione della
sospensione posteriore e di conseguenza il sollevamento
della parte posteriore del motociclo.
|
|
4.
La ruota riprende improvvisamente aderenza. La
sospensione viene estesa improvvisamente. Il telaio è
soggetto ad un impulso verso l'alto.
|
|
6. Nasce un transitorio che genera una oscillazione di
beccheggio del telaio.
|
All'improvviso slittamento della ruota motrice sono connessi
due fenomeni di instabilità del
motociclo.
Il primo, il 'pitching', si verifica in particolar
modo mentre il motoveicolo sta accelerando ai limiti dell'aderenza.
Considerando la forza tiro della catena costante durante
l'accelerazione del veicolo, lo slittamento della ruota motrice
può generare un fenomeno di oscillazioni del retrotreno; i
valori della risultante della spinta e del trasferimento di carico a
sua volta oscillano intorno al proprio valore di equilibrio. Questo
fenomeno conduce ad una compressione ed estensione del forcellone che
può rendere instabile il motociclo.
Le fasi principali del fenomeno sono le seguenti:
a) nell'istante del primo slittamento della ruota posteriore, la
ruota motrice accelera.
b) Il momento dato dal tiro catena, maggiore di quello dato dalla
risultante delle forze di contatto, tende ad estendere la sospensione
posteriore. Il carico verticale sulla ruota diminuisce e quindi lo
slittamento aumenta.
c) Raggiunta l'estensione massima l'azione di richiamo della molla
comprime la sospensione. La compressione della molla comporta un
aumento del carico verticale L'aumento del carico verticale tende a
rallentare la ruota motrice.
d) In questa fase il momento dato dalla risultante delle forze di
contatto supera quello dato dal tiro catena e la sospensione
posteriore si comprime.
e) Comprimendosi, la sospensione origina un nuovo calo del carico
verticale che porta a un nuovo slittamento, e così via. Simile
comportamento è prerogativa di un motociclo con basso rapporto
peso-potenza.
Più pericolosi sono gli effetti del secondo fenomeno noto
con il nome di 'high sider'.
Il fenomeno è connesso con l'improvvisa perdita di aderenza
della ruota motrice, che comporta, come già visto, una brusca
estensione della sospensione posteriore e la sensazione, da parte del
pilota, ad essere sbalzato di sella (effetto comunque parzialmente
assorbito dall'ammortizzatore).
Le fasi sono le seguenti:
a) la moto è in piega e in fase di spinta la ruota perde
aderenza principalmente nella direzione della stessa spinta.
b) La diminuzione della risultante della spinta e del
trasferimento di carico comporta l'estensione della sospensione;
c) L'estensione causa una perdita di aderenza laterale e un
aumento del carico sulla ruota nel piano del motociclo che tende a
rallentare la ruota motrice;
d) La forza peso non più equilibrata dalla forza centrifuga
tende ad accentuare l'angolo di rollio del veicolo.
e) La ruota, maggiormente caricata nel suo piano recupera aderenza
bruscamente e la sospensione tende a comprimersi. La moto tende a
raddrizzarsi improvvisamente.
Al momento del recupero improvviso dell'aderenza, la moto si
raddrizza e la sospensione posteriore si estende, sbalzando il pilota
verso l'esterno della curva.
Le simulazioni relative al superamento di un tratto di strada
scivoloso hanno dimostrato che i sistemi di trasmissione Bilever,
Tracklever e ATK (proposti per ridurre o annullare le sgradite
reazioni tipiche di un'improvvisa perdita di aderenza del motociclo)
in regime transitorio si comportano come i sistemi tradizionali e
quindi non comportano evidenti vantaggi.
Nella figura seguente sono mostrati gli andamenti della spinta,
del trasferimento di carico e delle accelerazioni nel caso di sistema
tradizionale con rapporto del tiro catena uguale a 1.
Da osservare che l'andamento della spinta e del trasferimento di
carico, che da essa dipende, in regime transitorio non variano con la
stessa legge. Questo sfasamento comporta a sua volta il fatto che
l'angolo del trasferimento di carico non rimane costante.
Nel caso di sistema Bilever si può osservare che gli
andamenti delle accelerazioni sono simili.
Mantenere la catena parallela al forcellone non comporta quindi un
miglioramento tangibile per quanto riguarda le reazioni del
forcellone in fase di slittamento.
Inoltre se il forcellone è inclinato dell'angolo del
trasferimento di carico il comportamento peggiora rispetto al sistema
tradizionale.
Nei sistemi Tracklever e Bilever, la riduzione dei picchi delle
accelerazioni di compressione ed estensione rispettivamente in fase
di slittamento e recupero dell'aderenza è causata proprio
dalla forte tendenza dei sistemi citati a comprimere la sospensione
posteriore, la cui molla esercita un intenso momento elastico.
Le conclusioni che si possono trarre sono le seguenti:
I sistemi Tracklever e Bilever con catena parallela al forcellone
non rendono la sospensione posteriore più "neutra" rispetto
alle variazioni della forza tiro della catena, ma hanno un
comportamento equivalente a un sistema tradizionale con R>>1.
La soluzione di montare il forcellone inclinato di un angolo pari
all'angolo del trasferimento di carico a regime non dà dei
risultati positivi. I sistemi Tracklever, Bilever e ATK presentano
una complessità costruttiva che ne compromette inevitabilmente
l'affidabilità e comporta un aumento del peso complessivo del
veicolo.
Per migliorare il comportamento dinamico del motociclo è
consigliabile lo studio di un corretto posizionamento del pignone
rispetto al perno del forcellone e un corretto dimensionamento del
forcellone mantenendo un sistema di trasmissione "tradizionale". Ad
esempio, per ridurre la tendenza del motociclo ad impennare, si
può agire in modo da ottenere un rapporto del tiro catena
R>>1.
Ritorna all'indice