Conclusioni
SOMMARIO
La conoscenza del comportamento dei
pneumatici gioca un ruolo importante nello studio della dinamica dei
veicoli.
Scopo di questo lavoro è lo studio e la
realizzazione di un nuovo apparecchio di misura delle forze agenti su
di un pneumatico motociclistico, al variare delle condizioni di
deriva, rollio e carico verticale agenti su di esso.
Si descrivono l'analisi delle
alternative possibili, lo studio e la realizzazione della macchina
costruita presso il Laboratorio di Meccanica Applicata alle macchine
dell'Università degli studi di Padova.
Seguono l'esposizione dei dati raccolti e le
considerazioni sui risultati raggiunti, con la descrizione dei
modelli matematici usati per correggere i dati raccolti dagli errori
dovuti alla geometria della macchina.
Da diversi anni il laboratorio di Meccanica Applicata alle macchine,
diretto dal Prof.
Cossalter si occupa
dello studio del comportamento dei motocicli, mediante lo sviluppo e
l'applicazione di metodi matematici che permettano di comprendere
meglio la dinamica di funzionamento del mezzo stesso, al fine di
fornire al progettista quei dati oggettivi che possano anticipare
quelli che saranno disponibili solo a costruzione del
motociclo avvenuta, durante le fasi di collaudo e di prova in
pista.
La quantità e la qualità dei
risultati raggiunti dalle simulazioni, in particolare nella
valutazione del comportamento ottimale lungo una traiettoria,
permettono ormai di poter prevedere il comportamento di un motociclo,
al variare di molteplici caratteristiche, quali il peso e la sua
distribuzione, le dimensioni del mezzo e le caratteristiche dei
pneumatici.
Proprio in quest'ultimo punto, purtroppo,
l'assenza di bibliografia e di dati sul comportamento dei pneumatici
motociclistici, non divulgati dalle Case produttrici, ha costretto
fino ad ora gli sviluppatori e gli utilizzatori dei modelli
matematici prodotti ad approssimare la condizione al contorno del
contatto pneumatico-asfalto con andamenti che di fatto si discostano
da quellireali.
Le differenze fondamentali che differenziano
i pneumatici motociclistici da quelli automobilistici sono:
la larghezza
dell'impronta di contatto, ridotta nei pneumatici motociclistici;
la possibilità
per i pneumatici motociclistici di aver valori di rollio molto elevati.
Questi due fattori, uniti all'innovativo
metodo di studio introdotto nell'analisi della dinamica del
motociclo, rendono inadatti gli attuali modelli matematici di
pneumatici, soprattutto nella fase di determinazione dei coefficienti
di rigidezza. Proprio per risolvere quest'ultimo punto è stata
sviluppata e costruita la macchina per la caratterizzazione dei
pneumatici denominata M.A.T.T. (Moving Arm Tire Tester), al fine di
trovare un'alternativa pił semplice ed economica al Delft Tire Test
Trailer sviluppato dal DVR della Delft University
Il Delft Tire Test Trailer
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ANALISI DELLE ALTERNATIVE
La necessità di realizzare una
macchina per la determinazione delle caratteristiche dei pneumatici
motociclistici nasce dalla constatazione che non esistono sul mercato
alternative pił semplici ed economiche al Tire Test Trailer operante
presso il DVR della Delft University.
I requisiti cercati per la nuova macchina
erano:
- semplicità ed economicità
di costruzione ed esercizio
- piccole dimensioni
- possibilità di eseguire misure
statiche e dinamiche.
L'idea di partenza è stata quella di
testare il pneumatico, bloccato meccanicamente, su di una superficie
in movimento, quale un nastro, un rullo o un disco, sui quali venissero
riprodotte le condizioni di marcia su strada.
Lo studio si è svolto in 2
fasi:
analisi delle configurazioni
possibili
sviluppo della configurazione scelta,
con:
progettazione 3D assistita al
calcolatore
analisi cinematica
con modello Working Model
3D
Le alternative studiate sono
state:
A rullo rotante
e braccio oscillante
A nastro mobile
e braccio oscillante
A disco rotante
e braccio oscillante
La configurazione a rullo
rotante
Tale configurazione è molto diffusa
presso le industrie produttrici di pneumatici; presenta però
ingombri notevoli, poichè il rapporto tra il raggio del rullo
e quello del pneumatico da testare, deve essere il più alto
possibile.
Il rullo non può essere asfaltato, se
non con notevoli problemi tecnici, dovuti alla necessità di
asfaltare una superficie cilindrica rotante, ovvero con forze
centrifughe agenti tutt'altro che modeste.
La configurazione a braccio oscillante
presenta notevoli problemi di correzione dei risultati, a causa dello
spostamento lungo il toro della ruota del punto di contatto e quindi
della direzione della risultante delle forze rispetto al perno del
braccio.
La configurazione a nastro
mobile
Tale configurazione presenta il vantaggio
rispetto a quella a rullo, garantire condizioni di test simili a
quelle su marcia piana e rettilinea.
Il calcolo dell'angolo di deriva della ruota
risulta di immediata lettura e pari all'angolo di spostamento del
braccio oscillante.
Risulta evidente l'impossibilità di
utilizzare una superficie asfaltata, data la flessibilità
richiesta al nastro.
La configurazione a disco
rotante
La soluzione a disco rotante risulta la più
semplice da realizzare in quanto non richiede particolari
accorgimenti per garantire la rigidezza del sistema. Rispetto ai
sistemi sopra descritti risulta semplice una eventuale asfaltatura
della superficie e molteplici sono le possibilità di eseguire
prove anche in condizioni di aderenza ridotta come nei caso di
asfalto bagnato.
La configurazione a disco rotante presenta la
necessità di correggere i dati a causa della presenza della
curvatura del disco; inoltre nella configurazione (a) la ruota si
sposta lungo un arco di cerchio, fattore che impedisce di misurare
direttamente l'angolo di deriva della ruota, introducendo la
necessità di un modello matematico per passare dagli
spostamenti angolari del braccio al valore dell'angolo di deriva
effettivo della ruota.
La soluzione a disco rotante è dunque
quella prescelta per la realizzazione e viene qui di seguito
denominata M.A.T.T. (Moving Arm Tire Tester)
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LA MACCHINA
Data la necessità di testare
pneumatici motociclistici, è stato ideato un cinematismo che
mantiene fisso il centro di istantanea rotazione della ruota al
variare dell'angolo di rollio. Il principio di funzionamento è
riportato in figura.
Per poter realizzare con precisione un
cinematismo che soddisfasse i requisiti sopraesposti, è stato
utilizzato un programma di modellazione tridimensionale, Solid Edge
di Unigraphics Solution, accoppiato ad un programma di simulazione
tridimensionale, Working Model 3D di Knowledge
Revolution.
Modello tridimensionale del prototipo virtuale realizzato con il Working Model 3D
La macchina, per la natura stessa dello
studio, è stata costruita cercando di limitare il più possibile
le spese; la scelta della componentistica e le dimensioni della
macchina sono state
quindi orientate in questo senso.
Il prototipo sviluppato è costituito da sei parti
essenziali: