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ANALISI MODALE DI UN MOTOVEICOLO CON IL WORKING MODEL 3D
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Una recente tesi universitaria ha evidenziato le possibilità
di studio con il Working Model tridimensionale del moto di caduta di
una motocicletta. Grazie a questa analisi la costruzione di motoveicoli
sempre più sicuri è ora impostata su basi scientifiche e non solo
empiriche.
Alberto Perella
Analisi modale di un motociclo
con il codice multibody tridimensionale Working Model.
Università degli Studi di Padova, Facoltà di Ingegneria,
Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Anno Accademico 1996-97.
Relatori Ch.mo prof. Vittore Cossalter e ing. Mauro Da Lio.
L'università di Padova utilizza da tempo il software Working Model sia per la
didattica che per la ricerca. Sotto la direzione del prof.
Vittore Cossalter alcune applicazioni,
specie nel settore motociclistico, hanno suscitato notevole interesse
nell'ambiente scientifico non solo italiano e hanno soprattutto contribuito ai
successi di alcune note case motociclistiche, come l'Aprilia. Il Working Model è
ancora utilizzato dalla Harley Davidson negli USA e dalla Cagiva in Italia.
La tesi considerata in questo caso ha permesso ad esempio di valutare i modi
di vibrare di un motoveicolo di tipo "Sharp" mediante l'utilizzo
della versione tridimensionale del codice di prototipazione virtuale Working Model.
Forse l'unico riferimento in letteratura tecnica sull'argomento è costituito
appunto dallo Sharp, uno studioso americano che si è dedicato all'analisi dei
problemi riguardanti il comportamento dinamico dei motoveicoli. In uno dei suoi numerosi
articoli, egli ha analizzato il problema della stabilità del motociclo
a velocità di avanzamento costante.
Ha così ricavato con un approccio di tipo lagrangiano il sistema di equazioni
differenziali che descrive il comportamento di un modello a 4 gradi di libertà
nell'ipotesi di piccoli spostamenti. Il motociclo schematizzato è costituito
semplicemente da due telai rigidi vincolati a ruotare attorno all'asse dello sterzo.
Sebbene il Working Model consenta di caricare perfettamente tutti i solidi che
costituiscono le parti di un motoveicolo di attuale produzione, per i fini di questa
analisi non aveva senso appesantire in questo modo il modello.
Risolvendo le equazioni linearizzate del moto mediante il problema agli autovalori,
Sharp determina i 3 modi naturali smorzati fisicamente significativi, battezzati:
CAPSIZE, WEAVE e WOBBLE con i relativi campi di instabilità in funzione
della velocità di avanzamento.
Un simile modello matematico, sebbene costituisca una approssimazione, tuttavia
è già così complicato da non prestarsi ad essere agevolmente
utilizzato anche dagli stessi ingegneri e tecnici specialisti del settore.
Di fatto, costruzioni matematiche così complesse e rigorose approfondiscono
inevitabilmente la frattura tra i matematici che le hanno sviluppate, non senza
notevole sforzo, ed i tecnici e gli ingegneri che le dovrebbero sfuttare con
riferimento alle esperienze pratiche da loro possedute con un certo motoveicolo.
Il ricorso al Working Model della Knowledge Revolution, un software di prototipazione
virtuale immediato ed intuitivo grazie alla programmazione grafica, ha consentito
di ridurre questa frattura apparentemente insanabile, coniugando la potenza della
simulazione visiva della caduta del motoveicolo con l'approccio scientifico e
matematicamente corretto al problema. Al punto che si sono
evidenziati tutti i limiti del modello matematico dello Sharp, pur così complesso,
che si era recuperato in letteratura.
Cliccare
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della simulazione
3D del moto di una motocicletta
Attraverso la versione tridimensionale del Working Model si è infatti modellato
un motoveicolo avente le stesse caratteristiche di quello di Sharp e ne sono stati
valutati i modi di vibrare senza dover riscrivere le complesse equazioni che governano
il moto.
Il modello del motoveicolo è costituito semplicemente da 4 corpi rigidi:
retrotreno, avantreno, ruota anteriore e ruota posteriore. Ogni corpo ha caratteristiche
inerziali uguali al modello di Sharp.
I problemi più rilevanti hanno riguardato la descrizione delle forze di interazione
pneumatico-strada. Il Working Model ha consentito di ridurre molto semplicemente
la sollecitazione agente sui pneumatici.
Si è ipotizzata infatti la presenza di due sole forze agenti.
La prima è una forza di reazione normale, proporzionale tramite un
coefficiente di rigidezza K alla penetrazione relativa tra ruota e terreno
e tramite un coefficiente di smorzamento C alla velocità di penetrazione.
La seconda è una forza laterale agente trasversalmente rispetto alla
direzione di avanzamento del veicolo e proporzionale agli angoli di deriva
dei pneumatici e all'angolo di rollio del motociclo. Questo approccio ha costituito
la genesi di un modello più
perfezionato di pneumatico, successivamente sviluppato come add-on di Working Model.
Le simulazioni svolte hanno permesso di ricavare le frequenze e gli smorzamenti
dei modi di vibrare. Ciò è stato possibile eseguendo dei fitting
sulle curve che esprimono l'andamento temporale dei parametri significativi
di ciascun modo.
Per quanto concerne il modo WEAVE, che rappresenta il moto di oscillazione del
retrotreno, i risultati ottenuti rispecchiano quelli ricavati da Sharp nella
sua analisi numerica. All'aumentare della velocit di avanzamento del veicolo
la frequenza di oscillazione cresce da 0 Hz a 3 Hz, mentre per lo smorzamento
si è ottenuto un campo di instabilità maggiore rispetto a Sharp
(cioè il modo è instabile in un intervallo di velocità più
ampio).
Per quanto riguarda il modo WOBBLE, che esprime l'oscillazione dell'avantreno
attorno all'asse di sterzo, i risultati sono assai differenti nei due casi.
Le frequenze naturali ottenute con il Working Model 3D sono più piccole di quelle
di Sharp in particolare a medie ed alte velocità. Il modo risulta instabile a basse
e medie velocità mentre solo ad alte velocità, attorno alle quali il modo
è stabile, vi è una convergenza di valori con lo Sharp.
I risultati più interessanti si sono comunque ottenuti nell'analisi del CAPSIZE.
Tale modo rappresenta la caratteristica propria dei motoveicoli di cadere
lateralmente in un tempo più o meno lungo nel caso di assenza di controllo
da parte del guidatore. Ciò accade sia che la moto sia ferma sia che avanzi
con una certa velocità. Il CAPSIZE è non vibrante cioè ha frequenza
nulla ed è caratterizzato da una grandezza detta costante di tempo che identifica
il tempo di caduta del veicolo.
In particolare si è dimostrato che a basse velocità al contrario di quanto
ottenuto da Sharp il motoveicolo è instabile e cade lateralmente in un tempo
molto basso. Inoltre si è visto che la costante di tempo cresce all'aumentare
della velocità di avanzamento del veicolo ossia il veicolo risulta sempre meno
instabile col crescere della velocità.
Infine si sono variati alcuni parametri caratteristici della motocicletta al
fine di valutare la loro influenza sui modi di vibrare. I parametri variati sono stati:
l'avancorsa, l'inerzia della ruota posteriore e di quella anteriore, lo smorzamento
dell'ammortizzatore di sterzo, l'inclinazione dello sterzo e la posizione del centro
di massa del retrotreno.
I risultati ottenuti hanno permesso di quantificare scientificamente i
parametri che influenzano la stabilità del motociclo, dando spiegazione
di quanto finora inconsciamente applicato per esperienza nel progetto
dei motoveicoli e di come migliorane il comportamento.
Per un riferimento ai lavori
teorici dello Sharp si veda:
Sharp R. S. - The stability and control of motorcycles. Jour. Mech.
Engng. Sci., Vol. 13, n. 5 (1971), 316-329.
Sharp R. S. - The influence of suspension system on motorcycle weave
mode oscillations. Veh. Syst. Dyn., Vol. 5 (1976), 147-154.